Avete presente quei pensieri intrusivi che ogni tanto vi manda il cervello? Ecco, io ne ho seguito uno e ho speso tutto il bonus cultura giovani in libri di dizione e articolazione. Ho cominciato esattamente così, niente di più. Quando non studiavo per la maturità, studiavo dizione. Matita tra i denti, è aperta, é chiusa, scioglilingua a palate e tanto tanto ascolto. Si finisce sempre per diventarne ossessionati, giusto? Giusto…?
Oggi faccio più fatica a parlare senza dizione che applicarla; è un flusso, è un ritmo, è uno stile di vita.
“Ho studiato dizione” “Si sente”: piccolo scambio tra me e la commissione esterna all’esame di maturità che mi resterà sempre nel cuore. La dizione non cambia solo “come parli”; cambia soprattutto “come pensi”.
TEATRO
Immaginate un ragazzo che non parla affatto e che sta sempre sulle sue, nascosto dietro uno sguardo mancato e le solite braccia conserte. Beh, quel giovanotto ero esattamente io nei primi mesi di teatro. Oggi di quel ragazzo resta soltanto lo chignon che porto ancora fieramente (e che mi hanno fatto sciogliere una valanga di volte).
A teatro non si fa “Shakespeare”; a Teatro si impara a vivere. Si impara a capire ed entrare in sintonia con gli altri. Ma soprattutto si impara a scoprire se stessi, i propri blocchi, le proprie paure con la consapevolezza di avere una famiglia che sarà con te quando le affronterai, e che vorrà sempre vederti brillare. Ed io l’ho fatto.
DOPPIAGGIO
Sono stato tra gli ultimi ad essere chiamati per il provino per l’accademia del doppiaggio, quasi non c’erano più posti. Non so cos’avrei fatto se non mi avessero chiamato, sincero. Il giorno del provino mi sono presentato lì con una confidence paurosa; tutti gli altri provinanti ripetevano i copioni da sinistra a destra, da destra a sinistra, da sotto a sopra. Io l’ho letto solo una volta, veramente convinto delle mie capacità. Arriva il momento del mio provino e immaginate un po’: vengo distrutto, criticato, rettificato su un sacco di cose; ma vengo preso nella classe più prestigiosa dell’accademia.
Il giorno del provino mi sono presentato lì con una confidence paurosa; tutti gli altri provinanti ripetevano i copioni da sinistra a destra, da destra a sinistra, da sotto a sopra. Io l’ho letto solo una volta, veramente convinto delle mie capacità. Arriva il momento del mio provino e immaginate un po’: vengo distrutto, criticato, rettificato su un sacco di cose; ma vengo preso nella classe più prestigiosa dell’accademia.
PAUSA
Durante l’intera annata di Accademia mi frullava per la testa l’idea di comprare un microfono tutto mio, così da poter registrare quello che volevo, quando volevo.
Solo a poche lezioni dalla fine del corso mi sono deciso finalmente a comprarlo, per poi rendermi conto che avrei dovuto essere il direttore di me stesso. Nel corso dei mesi, tuttavia, il tempo per il Voice Over andava sempre più riducendosi. Ho pensato a mille lavori, mille idee; canale YouTube? Fumetteria? Mi ero addirittura messo a fare il designer di magliette.
Durante l’intera annata di Accademia mi frullava per la testa l’idea di comprare un microfono tutto mio, così da poter registrare quello che volevo, quando volevo.
Solo a poche lezioni dalla fine del corso mi sono deciso finalmente a comprarlo, per poi rendermi conto che avrei dovuto essere il direttore di me stesso. Nel corso dei mesi, tuttavia, il tempo per il Voice Over andava sempre più riducendosi.
NUOVO INIZIO
Sai cosa? Io so cosa voglio fare! Anche se è difficile, ho modellato la mia vita per questo. Ho ripreso il microfono in mano e mi sono fatto una promessa: “Se va bene anche soltanto una volta, non smettere mai”. Pochi giorni dopo ho avuto il mio primo lavoro.
Oggi rido. Rido perché scelgo tutti i giorni di chiudermi nel mio studio di registrazione e vivere la vita che ho sempre sognato. È una Scelta ed è una Promessa. Non appendete quel sogno a un chiodo. Solo voi potete inseguirlo, quindi correte, correte tutti i giorni. Prima o poi lo raggiungerete. Promesso.